Forse non tutti condivideranno il culto di Umberto Saba per il diciannovesimo secolo
Forse non tutti condivideranno il culto di Umberto Saba per il diciannovesimo secolo (il «divino» per lui, «mille ottocento») ma, anche restringendo il campo all’Italia e alla poesia, esso risulta molto più variegato e mobile di quel che non si creda. Nascoste o quasi dalla indubitabile grandezza di pochi (ne conosciamo fin dalla scuola i nomi: Foscolo, Leopardi, Manzoni; e poi Carducci; e ancora, sull’epilogo, D’Annunzio e Pascoli), emergono figure autentiche di poeti e poetesse, meritevoli non di una distratta menzione bensì di sopravvivere nella nostra memoria. La qualifica di “minori” non li umilia, rispetto ai “maggiori”; e questo libro (diverso da ogni altro sull’argomento) li fissa in una galleria di ritratti. Sono cento ritratti dal vero, accompagnati, ciascuno, dalla scelta di qualche testo esemplare.
Silvio Ramat