Autori

Antonio Sbarra è nato a Benevento (BN) il 13 Giugno 1945 e nella città sannita ha vissuto sino al 1969, allorché - dopo il Liceo Classico e la Laurea in Lettere Indirizzo Moderno, conseguita presso l’allora Università degli Studi di Napoli - si è trasferito in provincia di Arezzo, dove ha insegnato per 37 anni. La sua “carriera” si è svolta per i primi due anni come Docente di Materie Letterarie in una Scuola Media di Cortona e poi, ininterrottamente, come Docente di Italiano e Storia all’Istituto Tecnico Agrario Statale “Angelo Vegni” - Capezzine di Cortona.
Appassionato del genere letterario della Fantascienza sin da bambino, ha sempre coltivato tale passione come lettore prima e, negli ultimi anni, come Autore di tale “settore” che, peraltro, non sempre è stato gratificato come genere “senior” ritenendolo, a torto, minore o non degno della valutazione che invece meriterebbe. Di recente ha voluto anche cimentarsi come concorrente in Concorsi Letterari, anche di risonanza non solo nazionale, con racconti di Fantascienza, conseguendo in alcuni di essi gratificanti valutazioni, quali: Sesto posto nel Concorso Letterario Nazionale di Narrativa e Poesia “Argentario 2016 - 1^ Edizione” indetto dall’Associazione Culturale Metamorphosis di Porto S. Stefano-Argentario GR; Menzione d’Onore nella 41° edizione del Premio Letterario “Casentino” per inediti di Poesia, Narrativa, Saggistica, Narrativa per ragazzi di Poppi AR, indetto da Centro Culturale “Fonte Aretusa”; Finalista nel Concorso Letterario “PIAZZALFIERI” 2016 indetto dall’Associazione di Volontariato “Tempi di Fraternità” ONLUS di Asti AT; Finalista nella Sezione Narrativa e Saggistica del XXVIII Concorso e Premio Nazionale Letterario, d’Arte e Cultura “G.G. Belli” di Roma RM, cui ha partecipato come Autore di un Saggio Critico sulla “Determinatezza linguistica e lirica nelle Myricae di Giovanni Pascoli”.
Appassionato anche di musica, ama suonare la chitarra da “dilettante” sin da quando era ragazzo e tale ludus è ancora oggi suo “compagno” nella quiete degli anni da pensionato. Ma, soprattutto, quello “scrivere” gli ha fatto provare - condividendola - in prima persona quella mollem etiam et iucundam senectutem, la stessa che Cicerone confessa di aver provato nello scrivere il “suo” trattato sulla vecchiaia.
E, sempre in questo testo dell’Arpinate, l’Autore ha avuto modo di esperire - confermandolo in pieno - l’adagio che una vita ancorché lunga è nulla cosa ove ad essa andasse a seguire una stolta vecchiaia!

Ennealogia dell'Antropocene
Sbarra Antonio
14,00 €

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