Storie di Renato Serra

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28,00 €
Larghezza: 200 mm
Altezza: 140 mm
Autore: Biondi MarinoBiondi Marino


Un libro interamente dedicato a Renato Serra (1884-1915), principe riconosciuto della critica letteraria

Un libro interamente dedicato a Renato Serra (1884-1915), principe riconosciuto della
critica letteraria nel Novecento, personalità anomala e controversa, idolatrata e avversata,
lettore leggendario di poesia (d’Annunzio, Pascoli, Di Giacomo, i crepuscolari), cronista
scettico e disincantato del nuovo in letteratura (i narratori e il romanzo postverista, alle
soglie del simbolismo), fustigatore di avanguardie (le riviste e il coté fiorentino, futuristi
e futurismi), pensatore agnostico e critico acerrimo di storicismi e storiografie, estraneo
al crocianesimo, a ogni hegelo-idealismo astrattamente raziocinante, ma interlocutore accreditato
e affidabile del filosofo napoletano, gelido analista di quanto portasse la divisa del
moderno, il venuto dopo l’età dei padri (Carducci), oltre il classico, come misura dell’arte
e dell’etica storica.
Una vita privata piena di guai (giocatore compulsivo e sfortunato). Eroe, uno dei simboli
della guerra carsica, monumentalizzato suo malgrado. Uomo e intellettuale che quasi si è
posto senza illusioni alla fine dei tempi. Al loro tramonto. Un solitario. Altero e umile. Esigentissimo,
schermato da apparente méchanceté, eppure, almeno per sé e la sua persona,
senza ambizione alcuna. Una dinamica prismatica monografia su Serra e le sue storie, di
vita e di cultura, di pace e di guerra, d’amore e di morte, in un bilancio al quale concorrono
molte voci negli anni in cui si è accumulata innumerevole la bibliografia. Fra queste voci,
che il libro riproduce, scrittori e artisti che hanno incontrato Serra (Alessandro Tamburini,
Paolo Turroni, Silvano Tontini, Fabrizio Parrini).
L’autore dopo molti studi e altrettanto amore ha riunito una serie di riflessioni sul personaggio
e le sue opere, forzando ranghi e schemi dei giudizi prestabiliti, degli omaggi
ufficiali e conformi. Scavando nelle zone d’ombra di un pensiero aperto all’inconoscibile,
all’enigma inviolato della storia, sfiorato e tentato dalle ali del nulla, il vento infero della
fine (Gianfranco Contini), persuaso di un destino, un’esistenza che si tinse di dramma, in
un tempo che di dramma fu intriso. Connessioni di pensiero, rimaste coperte, sono state
sviluppate e approfondite, con Gentile, Bergson, Gramsci, l’ordinovista serriano e gentiliano,
prima ancora che marxista. Oriani e l’ideologia nazionale dell’orianismo fu un altro
suo pensiero critico ad alta e ardente intensità. Un referto corposo, denso di valutazioni,
di scorci inediti, revisioni e febbrili riletture, segnato da un impegno costante, quasi un
assillo, guardare Serra oltre la maschera. Note espanse, sterminate, a margine dei capitoli,
conservano, e vogliono conservare, una traccia della didattica universitaria che fu il loro
primo terreno di coltura. Una sintesi biocritica è alla voce Serra, che riproduce la versione
del Dizionario Biografico degli Italiani (2018).
In copertina l’immagine composita di Renato Serra e Benedetto Croce, sullo sfondo la
sala codici di Matteo Nuti, condensa lo spirito del volume, le sue figure prime, il loro dialogo
epistolare, duramente troncato alla vigilia della guerra, la civiltà umanistica, in uno dei
suoi luoghi topici e magici: Cesena malatestiana.

Marino Biondi

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