Pietro Rapezzi conduce su Marziale uno studio filologicamente accreditato e di forte spessore esegetico. Partendo da un tracciato fisionomico oggettivo e ben condotto (anche sul versante delle ipotesi correttive) circa l’uomo, il suo universo culturale e i rapporti con l’ambiente valutati su una determinante misura storico-politica, l’autore restituisce Marziale a una dimensione di realtà sfrondata dai tenaci luoghi comuni che troppo spesso e a lungo avevano condizionato l’autenticità della sua opera e della sua figura; Rapezzi, infatti, ha saputo sbalzare le peculiarità di un linguaggio - a suo modo unico - finanche nei loro moventi dialettici e stilistici. E tutto ciò risulta in un nitore inedito e assai stimolante anche quando il pensiero del saggista diviene coerente mano di ottimo traduttore, che, nulla togliendo alla vibrazione corrosiva del poeta, riesce a dare rilievo e carattere a panneggi di scrittura talvolta persino prossimi a un afflato di intonazione catulliana (per fare un esempio, in Carpe diem). L’immagine globale di questo capillare - ma godibilissimo - lavoro si diffonde dunque in una nuova, motivata e persuasiva ragione di essere, tanto sul piano dell’analisi quanto su quello del colore comunicativo, spesso simpaticamente connotato da una felice articolazione affabulatoria.
Rodolfo Tommasi
Il volume sta riscuotendo un buon successo di critica, sia attraverso recensioni positive da parte di riviste e studiosi qualificati, sia attraverso i risultati conseguiti in importanti concorsi letterari tra i quali ricordiamo: Primo classificato al Premio Maestrale di Sestri Levante e finalista al XXVII Premio Firenze