Questa microantologia (mi pare più appropriato dire: questa ‘scatola di poesia’) contenente ben distinte sillogi e dedicata a soli quattro autori, nasce dal progetto di ampliare un capitolo dell’ampia antologia Helicon (2011) affidata a vari curatori, Let
Questa microantologia (mi pare più appropriato dire: questa ‘scatola di poesia’) contenente ben distinte sillogi e dedicata a soli quattro autori, nasce dal progetto di ampliare un capitolo dell’ampia antologia Helicon (2011) affidata a vari curatori, Letteratura italiana contemporanea – Profili letterari; un capitolo, quello in questione, sicuramente colmo di spunti interessanti e a loro modo anomali nell’ambito delle attuali istanze poetiche. Vòlto a investigare su alcuni aspetti non abusati della funzione lessicale in poesia (non trascurando comunque sequenze prosastiche), mirava già nel titolo, Memoria e crepuscolo: intramontabili muse, a dare rilievo alle caratteristiche di una particolare area di linguaggio, la cui linea fisionomica risultava idonea a evocare un panorama di suggestioni limate dai lenti vortici dell’autointerrogarsi, pervase da forme di emozionale e meditato fatalismo, oppure, con altrettanta frequenza, rievocative sulla misura nostalgica dell’intenzione compositiva.
In tale volume (aperto a uno spazio di voci e intendimenti quanto mai diversi e articolati tra ermetismo, realismo, crepuscolo, inclinazioni visionarie e tendenze memorialiste, recuperi classici, tono civile e ancora ulteriori e diramati campi di ricerca) confluivano spesso testi di difficile collocazione, sporgenti, per esempio, sull’accarezzamento della dolenza d’amore o del suo rimembrarla e tuttavia attraversati da raggi di crudo realismo, magari a loro volta solcati da inequivocabili impeti surrealisti: dove includerli?…(...)