- Un Conte garfagnino che, trovato l’erede del suo titolo nobiliare e dei suoi ingenti beni materiali, se ne va per le strade del mondo, dalla Polinesia ai Caraibi, dal Kenia al Bhutan, dal Marocco alla Spagna, alla ricerca del significato della parola felicità.
- Il mondo di oggi visto con gli occhi di due diciottenni alle prese con la gestione di un’eredità che non hanno cercato e che fa loro scoprire quanto possa essere duro scalare la vita.
- Una quinta liceo che conosce la ‘ndrangheta grazie alla cittadinanza onoraria conferita a un giudice e che scopre i crimini del nazifascismo partecipando a un viaggio della memoria.
- Un padre e un figlio che si scontrano, si confrontano, si capiscono avvolti dal buio di una grotta nascosta nelle viscere di un monte di gesso.
- Squarci di mar Tirreno ammirati dalla scogliera di Calafuria con un superbo cacciucco nel piatto; le terre del Carducci che offrono buoni vini e poesie che fanno innamorare; la Maremma grossetana dove si può incontrare un buttero tunisino che sa dialogare con i cavalli.
- L’Appennino che espone le sue bellezze agli occhi di chi le vuole vedere; che elenca le sue potenzialità utilizzando le parole di una archistar spagnola, di un’universitaria parmense e di ragazzi illuminati dalla musica; che non nasconde le colpe dell’uomo e ne trae insegnamento per indicare un futuro possibile.
- L’amore che già a diciotto anni sa dare buoni frutti.
Questo e molto altro ci regala La scalata, terzo romanzo della “Trilogia del Conte”.