Poco si sa di Guido d'Arezzo: non la sua data di nascita precisa, dubbio è il nome della sua famiglia. basandosi sulle poche notizie che di lui ci vengono tramandate, l' Autrice ha inteso non tanto ricreare e raccontare ai ragazzi la storia di questo grande quanto interessarli e farli meditare sull'importanza della sua scoperta (o della scoperta che in parte a lui si attribuisce) quella della notazione musicale, il mezzo cioè che ha permesso di portare la musica, dal mille in avanti, ai livelli di tecnica e di espressività dei nostri giorni, facendo di questa arte il mezzo più diffuso e più valido di comunicazione fra le genti.La vicenda prende le mosse in una Arezzo dell'anno mille, povera, indifesa come tutte le città d'Italia in quel periodo, e porta il nostro eroe, il piccolo Guido, con alcuni compagni, novizi benedettini come lui, attraverso gli Appennini, tin sulle coste del mare Adriatico e tino alla, già nota, basilica di Pomposa che, a quei tempi, si trovava in una zona fiorentissima della costa adriatica, completamente isolata dalla terraferma da due bracci del delta del Po; in quel viaggio, i nostri eroi incontrano tutto quanto di buono e di cattivo offriva il mondo di allora, dalle corti dei feudatari, arroccati sulle montagne, ai briganti fra le paludi e gli acquitrini della pineta di Ravenna, poi... Il poi è un susseguirsi di sorprese fino alla grande scoperta delle note e del rigo musicale che Guido, già adulto, riesce a puntualizzare attraverso lo studio, la meditazione e l'intuizione miracolosa, poi... Ancora avventure e traversie, finche il mondo della cristianità prima e tutto il mondo poi, non riconoscerà per sempre nel piccolo Guido il grande "Guido d'Arezzo".