Lo stralcio saggistico in quarta di copertina (tratto dalla postfazione, a firma propria, di un'altra novità editoriale dell'autore: la raccolta di testi poetici "Come versi, murici") illumina un costante incedere di scelta, tanto esegetica quanto creativa, peculiare dello scrittore teso a individuare l'identità reale e virtuale del concetto/poesia: una scelta che, sui versi, sconfina dalla pagina e approda anche alla vocalità, al 'grande palcoscenico del mondo', soprattutto se alla parola 'mondo' si sostituisce 'umano'; e qui, tale palcoscenico esplora. L'accordo tra le teorie di Paul Zumthor e la posizione (di ricerca e di commento; speculare - ma scientificamente - di quella poetica) di Di Pietro è evidente. E tuttavia Di Pietro invita a nuove soglie, in diversi labirinti dialettici, chiari o sottintesi, porgendo al lettore molte utili lucerne per orientarvisi.
Rodolfo Tommasi